L’On. Rampelli (FdI) interviene sugli esuberi in #UniCredit e giustamente ribadisce come la situazione attuale sia il risultato di una gestione scellerata messa in atto da manager che non si sono dimostrati in grado di valorizzare Unicredit come eccellenza italiana nel credito. Da Mr. Profumo in poi tante le scelte (poco) strategiche che hanno minato la solidità della banca.

Ma di colpe ne ha anche la politica nostrana. Dov’erano i politici (anzi dove sono!) quando Unicredit praticava il dumping sociale spostando attività all’estero, là dove il lavoro ha un costo minore? Dov’erano i politici quando #UniCredit siglava accordi con il Governo Rumeno per finanziare le loro univeristà e assumeva (e assume) centinaia di giovani informatici a scapito dei nostri giovani laureati?

Non solo, quanto è attribuibile a certi politici (di sinistra che all’epoca erano al Governo) l’intervento per salvare Capitalia avvenuto con un acquisto da parte di UniCredito Italiano Spa a prezzi (per successiva stessa ammissione di Mr. Profumo) ben al di sopra del reale valore?

L’operazione doveva essere finanziariamente positiva per tutti gli azionisti:

– crescita media annua composta degli utili per azione proforma pari a circa 17% nel periodo 2007-2009
– operazione accretive dal 2009 per gli azionisti di UniCredit e da subito per quelli di Capitalia
– dividendo per azione in progressiva crescita nei prossimi anni.

Inutile ricordare com’è andata a finire…

Sicuramente Unicredit rappresenta un interesse nazionale e come tale sarebbe ora che anche il Governo se ne occupasse. Ed anche in fretta.

Unicredit, taglio di diecimila posti? Rampelli: “Il governo si faccia sentire”

By Tappo68