(Via https://sites.google.com/site/noalcontrattoaiutabanchieri)

EDITORIALE  del segretario generale Uilca Massimo Masi

Roma, 14 ottobre 2013

 ABI e “Comitato del no al contratto”: unitevi !!!

Chi si ricorda le infuocate assemblee per il rinnovo di questo contratto di lavoro? Venivamo accusati di essere compartecipi dell’Abi, di aver svenduto la categoria, che questo era un contratto di m…., che era un contratto aiuto banchieri, ecc… E tante altre frasi carine. E tanta, tantissima demagogia e qualunquismo.

Oggi a distanza di pochi mesi la “verità è venuta a galla”.

Abi ha disdetto il contratto e il “Comitato del no al contratto” ha tirato un sospiro di sollievo: finalmente il contratto “tiranno” ammazza lavoratori non c’è più!!!

Questa manovra tipicamente “milazziana” che vede insieme la “presunta destra” padronale con la “presunta sinistra” sindacale, è altamente significativa.

Abi, e gli Istituti che la compongono, non hanno mai creduto in questo contratto: pochissime banche hanno attuato i nuovi orari degli sportelli, nessuna banca ha fatto accordi su un “unicum” fra sistema incentivante e premio aziendale, quasi nessuno ha applicato il 4% di previdenza ai nuovi assunti, nel FOC (Fondo per l’Occupazione) mancano tanti contributi da parte del top management e non solo (??!!), i contratti complementari non sono stati utilizzati e c’è stato pochissimo insourcing e molto outsourcing.[banner network=”adsense” type=”default” align=”alignright”]

Questa è la realtà, checché ne dica il Vice presidente ABI e capo del CASL dott. Micheli.

E all’Abi dà un forte sostegno il cosiddetto “Comitato del no al contratto” il quale, vistosi smentito clamorosamente dai fatti, ora che fa? Redige un documento, rigorosamente anonimo, in cui, udite udite, con un doppio salto carpiato all’indietro, dopo la fase contestativa, ora propone una ricetta molto “fiomizzata” per l’uscita dalla crisi e per l’uscita da questo contratto troppo “padronale”.

Invito il “Comitato del no al contratto” a diventare un soggetto sindacale, ad uscire allo scoperto, a non essere solo un “movimento trasversale” (trasversale di che?) che si nasconde dietro pezzi di sindacato confederale e non.

A proposito di questo documento “programmatico” del “Comitato del no al contratto” vorrei ricordare che sull’ultimo punto da loro elencato nella lista delle cose da fare: votazione degli accordi e costituzioni delle RSU nel settore del credito, arrivano lunghi e in grande ritardo.

Da anni la Uilca propone, ancora una volta per prima, come nel caso delle iniziative sullo stipendio del top management, la costituzione delle RSU (Rappresentanze sindacali Unitarie) nel nostro settore. Queste strutture sindacali, già presenti in quasi tutti i settori industriali e statali, rappresentano il massimo della democrazia, in quanto i lavoratori eleggono a votazione segreta i loro rappresentanti (per noi si potrebbe pensare alle delegazioni trattanti nelle banche e nelle assicurazioni) tenendo conto di un mix tra iscritti (reali e certificati) al sindacato e i voti ottenuti. E anche i permessi sindacali verrebbero distribuiti con questo democratico e preciso criterio.Da anni la Uilca propone, inizialmente in solitudine e inascoltata, come nel caso dello stipendio del top management, che tutti gli accordi devono essere votati dai lavoratori (quelli più importanti tramite assemblee e referendum, gli altri tramite posta elettronica o intranet aziendale).Nel prossimo Congresso le nostre assisi (a differenza di quelle degli altri sindacati rigorosamente al chiuso e riservate) saranno aperte a tutti, iscritti e non.

Quindi, anche qui nessuna novità, dal “Comitato del No al contratto”.

Per tornare al nostro contratto, a quello strumentale indispensabile per i lavoratori, senza il quale si andrebbe, come in molti paesi europei, verso i contratti individuali senza garanzie, dobbiamo tutti insieme dare una risposta all’ABI e alle banche:

Sciopero generale di tutti i lavoratori del credito il 31 ottobre 2013

 

LA RISPOSTA DEL COMITATO A MASI della UILCA

 

Innanzi tutto ringraziamo Masi per l’attenzione che ha dimostrato nei confronti del Comitato, però riteniamo che non abbia capito quanto da noi scritto lo scorso 23 settembre, 7 giorni dopo la disdetta fatta dai banchieri.

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Capiamo che “bruci” ancora l’esito assembleare che, solo grazie ad artifizi, è passato (?) 60% a favore del sì, 40% a favore del no.

Ci aspettavamo una sorta di autocritica del vertice sindacale, proprio a partire dall’esito assembleare: quando una categoria boccia il contratto, chi lo ha proposto dovrebbe avere l’umiltà di prenderne atto e di rimettere il mandato; così non è stato!

Invece abbiamo il sindacato dei bancari, con Masi che ce lo scrive, che si è stupito del grave atto dei banchieri e vive una sorta di “schizofrenia” sul come rispondere.

Da quel contratto che tanto decanta il buon Masi, le banche hanno attinto a tutte le negatività sottoscritte, vedasi gli orari che sulla rete fanno i colleghi di IntesaSanPaolo e altre banche, ma guardandosi bene dall’applicare punti che non erano esigibili, a partire proprio dal Fondo per l’Occupazione.

Vogliamo rammentare al buon Masi che le assemblee hanno dato proprio a voi dei milazziani (dove, ahinoi, nemmeno esisteva la sinistra nel tavolo sindacale!). Errori strategici, assenza di un progetto di società del lavoro, incapacità assoluta di contrastare il progetto di ABI, fretta di chiudere, questo ha prodotto l’accordo di rinnovo del CCNL nel 2012.

Siamo sinceramente preoccupati da questo Sindacato che continua a parlare senza cognizione di causa, da chi parla e ragiona per slogan (Milazziani, Fiommizzati), da chi strumentalizza (è così limpida la posizione del Comitato che ci stupisce che Masi non l’abbia compresa!), anziché costruire un progetto di banca, ascoltando con umiltà ed imparando da chi in questo settore ci lavora (a differenza sua che manca dalla produzione da decenni) e, ricostruire un unione stretta con i lavoratori che dovrebbe rappresentare.

Se ancora non l’ha capito il buon Masi, noi abbiamo solo un interesse, quello di difendere i nostri diritti, redistribuire tra i lavoratori ed il paese la ricchezza che i banchieri hanno invece usato per garantire dividendi agli azionisti  e garantirsi retribuzioni e premi indecenti, non abbiamo ambizioni né dobbiamo difendere burocraticamente un ruolo: dica il sindacato come vuole contrastare il disegno padronale che da anni porta avanti, dica come intende difendere il lavoro ed il lavoratori di un settore che è strategico per un paese. Noi alcune idee le abbiamo e le vogliamo perseguire, ci risponda nel merito cosa pensa il sindacato  sulla difesa occupazionale, sul salario contrattato – che per noi deve avere un peso molto maggiore di quello attuale – e quello variabile che deve essere pesantemente ridotto, sull’orario di fatto e, su come questo debba essere utilizzato per fronteggiare le eventuali tensioni occupazionali (non ci risulta che in Germania ci sia la FIOM, ma lì si esercita proprio la riduzione dell’orario, non la CIG o l’ASPI, per fronteggiare le tensioni occupazionali, attraverso anche all’intervento governativo), ci dica come intendono pretendere il rinnovamento di una controparte indagata, inquisita, così compromessa e con responsabilità gravissime per lo stato di questo paese, con delle corresponsabilità anche in capo proprio al sindacato.

Ancora una domanda caro Masi: visto che è dal 1993 che si possono eleggere le RSU nei luoghi di lavoro, come mai nel nostro settore non avete mai fatto un accordo che permettesse ai lavoratori di eleggersi i propri rappresentanti? Noi le chiediamo da anni e le vogliamo senza “paracadute” per il sindacato, attraverso cioè formule che permettano di avere comunque una presenza di sigla, indipendentemente dai risultati.

Alle cadute di stile del buon Masi non rispondiamo, sono i fatti prodotti dalla UILCA che parlano.

Noi pretendiamo che siate voi a dover ascoltare e fare ciò che i lavoratori vi dicono, non che voi firmiate accordi e poi ce li caliate sulla testa.

Saremo i primi a sostenere una piattaforma adeguata all’attacco che i banchieri stanno portando , ma saremo altrettanto determinati a difendere i nostri diritti contro un sindacato che dovesse ripetere gli errori del passato!

 

Il Comitato per il no al contratto aiuta banchieri  

 

Torino, 16 ottobre 2013 

 

By jvb

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