L’ennesimo esempio che l’UE non è la terra promessa ma,caso mai, un esempio del massacro sociale perpetrato in suo nome sotto l’occhio vigile e coscente della politica italiana. E dei giuristi che si sono piegati al diktat europeo. Basta rileggere queste poche righe che risalgono al 2017 e tracciano linee di bilancio del 2011…

(…) La motivazione è che secondo la Corte “la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto legge n. 65 del 2015 realizza un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica“. Tra i giudici costituzionali siedono oggi anche Augusto Barbera e Giulio Prosperetti, che nel 2015 – da docenti universitari – criticarono la sentenza sul blocco delle perequazioni per il suo impatto sui conti pubblici e il presunto conflitto con l’articolo 81 della Costituzione sul pareggio di bilancio.

(…) Per correre ai ripari senza esborsi eccessivi per le casse pubbliche, l’esecutivo guidato dal segretario Pd aveva deciso che non tutti i pensionati danneggiati dal blocco delle perequazioni per biennio 2012-2013 sarebbero stati compensati per il potere d’acquisto perso, nonostante la Consulta avesse sancito che il loro “diritto, costituzionalmente fondato”, a una “prestazione previdenziale adeguata” era stato “irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio”. Il bonus consisteva infatti in rimborsi parziali e graduali (tra i 278 e i 750 euro) solo per i pensionati con assegni fino a 6 volte il minimo Inps.

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La misura è costata allo Stato poco meno di 3 miliardi di euro, contro i 30 miliardi stimati nelle relazioni tecniche che accompagnavano il decreto e il disegno di legge di conversione come costo della rivalutazione integrale di tutti i trattamenti. (…)

Tratto da Il Fatto Quotidiano del 25 ottobre 2017:  Pensioni, la Consulta: “Legittimo il bonus Poletti su rivalutazione parziale degli assegni. Salva diritti e finanza pubblica”

By aidos