Papa Francesco da piazza San Pietro lancia un monito contro quella che a suo dire non è solo una crisi economica e finanziaria, ma prima di tutto etica e morale. 

“se cadono gli investimenti, le banche, questa è una tragedia, se le famiglie stanno male, non hanno da mangiare allora non fa niente: questa è la nostra crisi di oggi”.

Queste sono le parole del Papa che pesano come macigni sulle coscienze dei banchieri e dei politici del nostro Paese.

Ma se il Santo Padre chiama, Unicredit prontamente risponde.

Come? Con una grande campagna di marketing, ben congeniata e studia a tavolino dai professionisti di piazza Cordusio.

Il CEO di Unicredit non si lascia sfuggire l’occasione di assurgere a “salvatore della Patria” e si dice pronto a fare la sua parte per contribuire a salvare il Paese dal baratro.

E poi si sa, le banche non godono certo dei favori dell’opinione pubblica, quale ghiotta occasione per rifarsi un po’ il maquillage?

Detto fatto.

Si vara un piano di recruiting di 500 giovani  (ovvero l’1% dell’organico complessivo di Unicredit) che a detta dello stesso Ghizzoni non servono all’Azienda ma fanno tanta “pubblicità progresso”.

 

“Sono molto soddisfatto di questa iniziativa – ha detto ancora Ghizzoni – non ne avremmo bisogno sulla base delle mere esigenze, ma lo facciamo molto volentieri perchè da’ un grande segnale di fiducia all’esterno ma anche all’interno. (Rif. Corriere.it)

 

E la stampa nazionale – come anche i sindacati di categoria – pronti ad applaudire il “banchiere illuminato” e ad auspicare che iniziative simili si possano ripetere in altre aziende di ogni settore.

Quello che però la stampa non dice è dove il Dr. Ghizzoni prenderà le risorse per dar corso a questa iniziativa che, da come viene da Lui descritta, sembra un’operazione di beneficenza messa in atto da una onlus più che dal board di un grande gruppo bancario europeo.

Ebbene, quello che la stampa non dice è che Unicredit sta sostituendo manodopera ad alto costo (lavoratori con almeno vent’anni d’esperienza) con giovani a basso costo (spesso sottopagati). Altro che buona occupazione!

E l’obiettivo è ambizioso. A fronte delle 500 assunzioni in 18 mesi, Unicredit espellerà quasi 2.000 lavoratori tramite le cessioni di ramo d’azienda; che altro non è che appaltare ad altre società (multinazionali del calibro di HP, Accenture, IBM) il licenziamento dei lavoratori in esubero.

Ne sono un esempio i 200 colleghi ceduti ad HP poco più di un anno fa e che ora vedono delocalizzare la propria attività in Polonia.

 

Quello che la stampa non dice è che in Unicredit manca quella minima coscienza sociale che quest’operazione di recruiting vorrebbe evidenziare. Non è con l’assunzione di 500 giovani che si risolvono i problemi dell’Italia se nel contempo si  mettono in difficoltà migliaia di famiglie. Sarebbe invece ora che la stampa denunciasse le fallimentari politiche commerciali e finanziarie poste in essere da un management autoreferenziale (l’affaire Ligresti ed ATF Bank sono lì a ricordarcelo) che è capace di chiamare ai sacrifici sempre e solo i lavoratori. Taglio dei lavoratori e riduzione delle retribuzioni, è questa la ricetta ABI per riportare le banche agli utili.  

 

Quello che la stampa non dice è che Unicredit sta cedendo professionalità a multinazionali straniere dal licenziamento facile che non ci pensano due volte a trasferire queste competenze (oltre che il lavoro) all’estero. Viva il dumping sociale!

Unicredit sta perpetrando una politica che crea un grave danno al tessuto socio-economico del nostro Paese.

Sembra che Unicredit abbia fatto propria una massima di Ashleigh Brilliant: “Soldi, non moralità, questo è il principio delle nazioni civilizzate”.

 

Quello che la stampa non dice è che ad un anno dalla firma del peggiore contratto di categoria di sempre, è questo il meglio che Unicredit ed i Sindac-ABI riescono a fare (Qui la comunicazione ufficiale Unicredit). Per fare approvare il contratto i Sindacati  avevano evocano scenari da tregenda nel caso che, guarda un po’, avesse vinto il NO al CCNL ed avevano assicurato che il settore avrebbe visto, a fronte dei sacrifici dei lavoratori, assunzioni A TEMPO INDETERMINATO al ritmo di 5000 giovani  l’anno (25.000 a regime)…

La realtà è invece sotto gli occhi di tutti.

Ricordiamocelo affinché quanto avvenuto non si ripeta e perché si creino le condizioni per poter finalmente svoltare!

By aidos

One thought on “Ghizzoni (CEO Unicredit) Santo subito!”

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