fisacBEATI LORO

Con l’aggettivo “beati” ci riferiamo, ovviamente, agli 80 colleghi in procinto di tornare fra le calde ed accoglienti braccia di mamma Holding, compreso il molto noto, ma poco visto sindacalista che è “miracolosamente” sfuggito all’esternalizzazione in VTS, sfilandosi la sera prima dal gruppo di appartenenza, per approdare in un gruppo che, “guarda caso”, sarà reinternalizzato. Quando si dice essere al posto giusto al momento giusto.

Ecco, la parola giusta è “reinternalizzazione”. Per questi lavoratori, ovviamente la crema dell’azienda UBIS, non ci sarà il problema della perdita del Contratto Integrativo che fu sollevato – ed ampiamente condiviso, senza il benché minimo accenno di protesta da parte del sindacato, tranne la componente romana della FISAC/CGIL – nel gennaio 2012 in occasione della costituzione di UBIS.

In quell’occasione, checché se ne dica, le società UCBP ed URE, non furono esternalizzate, ma internalizzate (tecnicamente “fusioni per incorporazione”) in UGIS, ridenominata UBIS. Tuttavia, per preparare il terreno allo sconcio delle future cessioni a parenti e compari, si creò surrettiziamente il problema del Contratto Integrativo (progressioni di carriera, mutui, scoperti, polizza sanitaria e – ultimo, ma non meno importante – la perdita delle agibilità sindacali).

Queste minacce non potevano rimanere senza una risposta, che venne – ricordiamolo, solo con lo sciopero del 16/2/2012 indetto sempre e soltanto dalla componente romana della FISAC/CGIL – puntualmente il 17/2/2012 con l’introduzione nell’accordo di costituzione di UBIS del famigerato art. 9 comma 2 – che per comodità riportiamo (vista la cronica “memoria corta”):

Nel caso di cessione di UBIS ovvero di suoi rami d’azienda a soggetti esterni al Gruppo, ove le tensioni occupazionali dovessero emergere successivamente entro il limite massimo di sei anni dalla data dell’evento, UniCredit e le aziende trasferenti si renderanno disponibili a riallocare – ove possibile nell’ambito della provincia/area metropolitana, presso l’Azienda di origine ovvero presso altra azienda del Gruppo – il personale che dovesse risultare in eccesso a seguito di decisioni del Gruppo UniCredit (come a titolo di esempi non esaustivi, processi di insourcing di attività, trasferimento di attività già esternalizzate ad altro soggetto, cessazione del contratto di servizio per decisione del committente) ovvero di fallimento comunque connesso a tali eventi.

L’attuale trasferimento in Unicredit dei rami d’azienda UBIS “Group ICT and Operations” e “Security Network Services” avviene sì con l’art. 2112 – che è stato scritto a sostegno dei diritti dei lavoratori – ma il documento illustrativo dell’operazione inviato dall’Azienda parla di una scatola vuota, che si è provveduto a riempire, scegliendo fior da fiore (compreso il già citato sindacalista), in un secondo momento, solo dopo che i soliti componenti della componente romana della FISAC/CGIL hanno presentato entro i termini di legge la lettera di contestazione, perché al momento della comunicazione proprio di una “scatola vuota” si trattava essendo il “Group ICT and Operations” inesistente in UBIS.

Alla faccia del requisito dell’autonomia funzionale, intesa come autonomia economica ed organizzativa, richiesto (art. 47 legge 428/1990) per l’apertura di una procedura di trasferimento di ramo d’azienda. Ma, si sa, per qualcuno le previsioni di legge sono solo fastidiosi dettagli facilmente superabili.

RSA FISAC CGIL UBIS ROMA

By jvb

One thought on “Fisac Cgil Ubis Roma – comunicato “Beati loro””
  1. […] Queste minacce non potevano rimanere senza una risposta, che venne – ricordiamolo, solo con lo sciopero del 16/2/2012 indetto sempre e soltanto dalla componente romana della FISAC/CGIL – puntualmente il 17/2/2012 con l’introduzione nell’accordo di costituzione di UBIS del famigerato art. 9 comma 2 – che per comodità riportiamo (vista la cronica “memoria corta”):… continua … […]

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