Giulio Romani Segretario generale di First Cisl sulla gestione dei crediti deteriorati in Italia.
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“Il fatto che un player specializzato come doBank – sostiene Romani – sposti la propria attività di gestione degli Npl al di fuori dell’ambito bancario è l’ennesimo e probabilmente definitivo campanello d’allarme su come le storture delle norme italiane in materia abbiano portato la competizione a un livello tale da rischiare di distruggere occupazione, di mettere a repentaglio il destino di una larga fetta dell’economia e di far cadere un silenzio tombale sulle responsabilità di chi decise le erogazioni che hanno affossato i bilanci delle banche”.
“Se dal lato occupazionale – prosegue Giulio Romani – riteniamo in ogni caso consolidato il contratto di lavoro bancario per il personale attuale e futuro di doBank, sotto il profilo normativo non è invece più rinviabile un provvedimento del ministero dell’economia che abroghi il decreto 53 del 2 aprile 2015 laddove stabilisce che l’acquisto di crediti da parte di società che svolgono attività di recupero stragiudiziale non costituisce attività bancaria”.
“Per erogare un finanziamento – scrive Yahoo! Finanza – occorre una licenza bancaria, con tutti i vincoli del caso, e quindi appare assurdo che per gestire quella stessa posizione una volta che sia andata in difficoltà basti una semplice licenza di pubblica sicurezza, come se si gestisse una sala giochi: così si lascia la porta aperta al ripetersi di altri disastri bancari, perché si perde la possibilità di risalire ai responsabili delle cattive erogazioni”.
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