(…) Secondo Stefano Cingolani, editorialista del Foglio, “Del Vecchio adopera Unicredit come banca di riferimento e veicolo per le sue operazioni finanziarie che partono dal Lussemburgo attraverso la Delfin”. Fin qui, nulla di strano visto che ne ha in tasca quasi il 2%. Ora però “è sempre più chiaro che ha in mente di favorire la nascita di un campione della finanza con radici che partono dall’Italia e si diramano in Europa, mettendo insieme una grande banca generalista, già forte nella Mitteleuropa (Unicredit), una banca d’affari dinamica che ha superato meglio di ogni altra le crisi e le peripezie finanziarie dell’ultimo decennio (Mediobanca) e uno dei principali gruppi assicurati europei (Generali) che è stato frenato dal suo principale azionista, cioè la Mediobanca gestita da Alberto Nagel”.

In un quadro del genere ecco dunque che la fusione per incorporazione di Rocca Salimbeni sarebbe stato un ostacolo ai progetti del vegliardo finanziere. “L’acquisizione del Montepaschi, per quanto finanziata dal governo – scrive ancora Cingolani -, avrebbe il chiaro risultato di ingessare Unicredit per i prossimi anni: digerire Mps potrebbe diventare ancor più complicato di quanto non sia stato metabolizzare Capitalia”. (…)

Tratto da Perché Del Vecchio brinda per il no di Orcel a Mef su Mps

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