E non è l’unica “voce” del cedolino stipendio che i bancari hanno messo a disposizione dei banchieri per risanamento ed assunzioni. 

Sacrifici tanti, risultati risibili. Ne valeva la pena? Che i sindacati, nell’imminenza del rinnovo del CCNL facciano tesoro degli errori commessi in passato.

Estratto dal sito First

Dal 2012 i lavoratori bancari hanno rinunciato a 1,5 miliardi di accantonamenti sul loro tfr per contribuire al risanamento del sistema, gli stessi soldi equivalgono in banca al costo del lavoro annuale di 5.200 giovani.

In media su ogni dipendente le banche hanno risparmiato circa 690 euro l’anno. In soldoni, vuol dire che nell’ultimo biennio il sistema bancario ha recuperato almeno 200 milioni di euro ogni anno, di cui 150 solo nei primi dieci gruppi bancari. Stimiamo per esempio che solo nel 2017 Intesa abbia avuto risparmi per circa 50 milioni annui, UniCredit 28, Banco Bpm e Mps una quindicina ciascuno, Ubi circa 13, Bnl attorno ai 9. Se simulassimo un’equivalenza teorica dei mancati accantonamenti con della nuova occupazione che andasse a coprire proporzionalmente i tagli subiti dai diversi territori nell’ultimo decennio, quelle somme equivarrebbero a circa 1.500 assunzioni nel Nord Ovest, 1.200 nel Nord Est, 1.400 nell’Italia Centrale e 1.100 nel Mezzogiorno

 

L’intero post ed il relativo approfondimento lo trovate qui:

Raffreddamento tfr regala 200 milioni annui a banche pari 5.200 posti di lavoro

By aidos