Interessante articolo di Gian Battista Bozzo che dalle pagine de Il Giornale ci svela il mondo danaroso dei dipendenti pubblici della Banca d’Italia.

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Diamo un’occhiata ai trattamenti economici di base, dal governatore in giù. Ignazio Visco s’è sforbiciato lo stipendio del 10% (non era obbligato a farlo, bisogna riconoscerlo) e porta a casa 496mila euro l’anno.Guadagna 120 mila euro in più di Mario Draghi, che alla guida della Bce riceve 375 mila euro. E 300mila euro più di Janet Yellen, prima donna a presiedere la Federal Reserve americana, che si ferma a 150 mila euro. Considerati i compiti dell’uno e degli altri, si può dire che Bankitalia sia piuttosto generosa con il suo numero uno.

Passiamo al direttore generale Salvatore Rossi, che guadagna 450mila euro, mentre i quattro vicedirettori generali si fermano a 315mila euro. Un funzionario generale porta a casa 130 mila euro, e così via a scendere. In media ciascuno dei 7.069 dipendenti di via Nazionale 91 e delle filiali costa alla banca più di centomila euro. I dirigenti sono 606, i funzionari 1.449, i coadiutori 1.317, gli altri dipendenti 3.697. Il monte stipendi, più oneri vari, per il personale in servizio ammonta nel 2012 a 747 milioni di euro, con un risparmio di circa 6 milioni rispetto al 2011. Per pensioni e indennità di fine rapporto si sono spesi l’anno scorso 323 milioni di euro abbondanti.

È vero: in Banca d’Italia si entra solo per concorso, e le prove sono molto difficili. Ma, una volta dentro, non c’è precariato, non ci sono stipendi da mille euro al mese, non ci sono licenziamenti per motivi economici, non c’è cassa integrazione, non ci sono stati di crisi. Un’occhiata a quanto accade nel resto d’Italia, fuori dalla sale di Palazzo Koch, non farebbe davvero male.

Per i 7mila dipendenti della Banca d’Italia l’austerità è già finita

By jvb