IL PRIMO GIORNO DA CANDIDATO PREMIER

Gennaio 21st, 2018 admin

A PESCARA DI MAIO MOSTRA LUCI E OMBRE

“Presidente, presidente, presidente”. L’arrivo di Luigi Di Maio a Pescara, dove i suoi sono riuniti da tre giorni in lunghe sessioni di seminari e approfondimenti, è trionfale. Lo staff e la comunicazione hanno studiato tutto nel dettaglio.
La sua totale assenza nelle 72 ore che precedono il gran momento crea un’attesa spasmodica. Era stata presentata come una conferenza stampa, ma quella che va in scena al centro congressi dell’Aurum è una cavalcata trionfale dove le domande lasciano il posto a una lunga e fragorosa teoria di applausi (se ne sono contati più di cinquanta in un’ora e mezza).
La sala ad anfiteatro che porta il nome del vate D’Annunzio è stracolma. Gli aspiranti candidati si mescolano ai semplici attivisti, i deputati ai giornalisti.
Manlio Di Stefano e la moglie, insieme alla deputata Maria Edera Spadoni, finiscono addirittura dietro la batteria di telecamere che punta al nuovo capo politico del Movimento.
In prima fila e ai lati del palco lo stato maggiore al gran completo. C’è Davide Casaleggio, un muro con la stampa per tutti e tre i giorni dell’evento fatto salvo una scarna dichiarazione precompilata. Ci sono Rocco Casalino, vera e propria ombra di Di Maio, e Ilaria Loquenzi, a capo dello staff della Camera che ha curato nel minimo dettaglio la kermesse. In piedi Pietro Dettori, anima di Rousseau, poi il fedelissimo Max Bugani, la cui intelligenza politica è riconosciuta nell’inner circle che circonda Di Maio. E dietro ancora un lungo cordone di deputati a cornice della consigliera comunale Enrica Sabatini, vera padrona di casa.
Non c’è Beppe Grillo. Fatta salva una foto nel foyer che funge da sala stampa, il co-fondatore del Movimento è una sorta di convitato di pietra.
Non si è visto, non si è sentito, anche fosse per un collegamento video nel momento dell’incoronazione del capo politico. Di Maio lo cita. Ma lo fa in modo obliquo. Dice che è “fondamentale”.
Parla di lui al passato: “C’è stato un tempo in cui un solo uomo poteva riunire un numero così grande di persone. Adesso siamo in tanti”. Un solo sostantivo ad accompagnare l’omaggio un po’ sghembo. Non è fondatore, non è capo politico, non è garante, non è guida. “Megafono”. Solo e soltanto megafono.
L’età della maturazione del Movimento avanza galoppando. Un’epoca nuova, che vive sul crinale del rischio di scivolare in una personalizzazione potabile fino alle urne, ma che l’istante dopo potrebbe avere esiti imprevedibili.
Di Maio illustra i 20 punti del programma stellato.
Rapidità, sintesi, sull’eloquio – fin troppo metodico – si potrebbe lavorare.
C’è studio, la mimica del corpo calibrata, sempre in piedi davanti le slide che scorrono. In basso, sulla destra dello schermo, il dettaglio che rivela un mondo nuovo: il logo “Di Maio Presidente” a siglare tutte le slide. Simbolo di una personalizzazione come mai si era vista nella sia pur breve storia 5 stelle… continua qui  IL PRIMO GIORNO DA CANDIDATO PREMIER

 

By jvb