L’ Italia terra di conquista da parte francese parte da Napoleone anche se si potrebbe andare ancora più indietro fino al XVI secolo con Carlo VIII. Sempre storicamente meglio organizzati i francesi, coesi e uniti nel loro spirito di conquista di fronte agli italiani, che come ammetteva il Guicciardini eravamo e aimhé,  aggiungo io, siamo rimasti un Paese in cui da sempre signorotti locali e prìncipi viziati, ma anche la classe politica del momento, han sempre avuto atteggiamenti meschini, rissosi e campanilistici, incapaci di pensare ad un futurosistemico e condiviso – di prosperità. Un paese storicamente disunito, mal organizzato privo in ogni livello di una degna classe dirigente capace di governare il Paese. Ebbene nulla è cambiato da allora, tranne che al posto di armate ben addestrate ed equipaggiate sotto il comando di capaci generali ci sono finanza, capacità imprenditoriale, uno Stato coeso al di sopra dei partiti e voglia di espansione e conquista.

Oggi, che la supremazia di un paese si gioca soprattutto sul campo dei commerci e della finanza, è lo shopping d’imprese a far la differenza. E l’Italia, molto spesso, batte in ritirata.

L’arroganza dei francesi è senza limiti. La loro insaziabile voglia di espansione, il loro anacronistico senso di Grandeur li ha spinti a far saltare il Mediterraneo con la fine del regime libico. Hanno tentato di mascherare la loro scellerata azione come atto contro un tiranno, quando invece era ed è ancora in corso il tentativo di impadronirsi del petrolio libico sottraendo di fatto la Libia all’influenza Storica italiana – mi riferisco all’ENI -. Questa loro sconsiderata azione ha provocato la fuga tragica di migliaia di migranti, penso a quelli morti nelle traversate ma anche a quelli finiti nei centri d’accoglienza italiani e a quelli sistematicamente respinti alle frontiere francesi. Hanno vessato le loro colonie depredandole di tutto. Hanno esploso almeno una decina di atomiche nel deserto algerino negli anni ’60 provocando migliaia di morti e nefaste conseguenze tra la popolazione ancora ai giorni nostri. Eppure pretendono che queste povere persone che per la maggior parte essendo ex coloni francesi vorrebbero andare in Francia almeno per affinità linguistica e culturale restino ospiti nell’immensa tendopoli che dovrebbe essere per loro l’Italia meridionale. E  guai se osiamo opporci  come ogni giorno scopriamo.

Entrano nei nostri confini con polizia ed esercito con il silenzio – almeno fino a ieri – dei nostri politicanti romani, di fatto un’omertà di stato.

Ecco di fronte a questo quadro mi sento pieno di risentimento verso la Francia. Mi sento di fare un appello a tutti gli italiani. Boicottiamo tutto ciò che è Francia ! Non compriamo più prodotti francesi, non andiamo più a fare la spesa nella grande distribuzione francese. Non assicuriamoci più con compagnie francesi, non andiamo più in banche francesi .

Ho provato a memoria ed aiutandomi con internet a stilare un’ elenco di tutto quanto i francesi hanno comprato in Italia con appunto la complicità e della classe politica e dell’ imprenditoria italiana come già ho accennato.

Nel settore della moda, le mani francesi si sono allungate sulle aziende italiane, da Fendi Emilio Pucci, da Gucci a Bottega Veneta.

Sempre nel fashion, dopo le acquisizioni già ricordate da parte del gruppo Lvmh e dell’altro colosso del settore Kering sono diventate francesi le lane di Loro Piana e i gioielli di Bulgari e di Pomellato.

Nell’alimentare e beveraggio i francesi si sono accaparrati sugli zuccherifici Eridania (ceduti da Maccaferri a Cristal Union), sui vini della Tenuta Greppo (produttrice di Brunello di Montalcino, che la famiglia Biondi Santi ha ceduto alla finanziaria Epi della famiglia Descours) e soprattutto sul gruppo Parmalat, che dopo il crac è stato rilevato e rilanciato da Lactalis.

Nel settore creditizio  negli anni precedenti il 2008, la Bnl-Banca Nazionale del Lavoro, già braccio operativo del ministero del Tesoro, passava sotto le insegne di Bnp-Paribas. L’anno passato, stressato da una crisi che ha richiesto iniezioni di capitale per 20 miliardi di euro, Unicredit ha ceduto ai francesi di Amundi, in cambio di 3,5 miliardi cash, il proprio polo del risparmio gestito, Pioneer.

Crédit Agricole si rende protagonista di un altro acquisto ghiotto. con Cariparma e Banca Popolare Friuladria. Nello stesso anno, Assicurazioni Generali cede il 100% di Nuova Tirrenia a Groupama.

Passando al settore Media & Telecom, il grande protagonista è il gruppo Vivendi, che ha raggiunto il controllo del 24,68 per cento del capitale di Telecom Italia-Tim e il 28,8 per cento di Mediaset.

Nelle utilities invece in primo piano è Edf, Electricité de France, che nel 2012 si è portato a casa, in cambio di 1,7 miliardi di euro, la milanese Edison, un pezzo di storia industriale italiana, che i francesi hanno affiancato con Edipower (Udine). A Roma, invece, Suez ha portato la propria partecipazione in Acea dal 12,4 al 23 per cento, acquistando dal gruppo Caltagirone e Direct energie ha acquisto da Enel per 36,5 milioni Marcinelle energie.

Nella grande distribuzione i francesi sono presenti con Carrefour, Auchan-SMA, Simply ma anche in settori specialistici come Decathlon articoli sportivi, Leroy Merlin fai da te,  Norauto manutenzione auto e quante ce ne saranno che non mi vengono in mente.

E’ probabile che Luxottica il più grande gruppo di occhialeria al mondo passi ai francesi quando verrà a mancare il fondatore in quanto, siamo d’accapo, manca una nuova leva generazionale e manageriale capace di guidare e consolidare l’Azienda.

Mi pare di capire da quanto sto assistendo e leggendo che i francesi vogliano impadronirsi del nord Italia lasciando il sud al suo destino un enorme campo d’accoglienza di profughi  governato dalle mafie. Una panoramica inquietante e deprimente, un’eredità che la classe dirigente italiana lascerà alle future generazioni ma che noi supinamente stiamo subendo.

 

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By jvb