Discussione del disegno di legge: S. 2394 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening (Approvato dal Senato)

(…) Nell’ambito dell’attività istruttoria, su questo decreto, si è tenuta l’audizione del filosofo Giorgio Agamben in Senato. Mi fa piacere citare lo stenografico: “I politologi sanno da tempo che le nostre società sono passate dal modello che un tempo si chiamava società di disciplina al modello delle società di controllo, società fondate su un controllo digitale virtualmente illimitato dei comportamenti individuali che divengono così quantificabili in un algoritmo. Ci stiamo ormai abituando a questi dispositivi di controllo, ma mi chiedo fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spinga? È possibile che i cittadini di una società che si pretende democratica si trovino in una situazione peggiore dei cittadini dell’Unione Sovietica sotto Stalin? Voi sapete, forse, che i cittadini sovietici erano obbligati a esibire un lasciapassare per ogni spostamento da un paese all’altro, ma noi siamo obbligati ad esibire un green pass anche per andare al ristorante, anche per andare in un museo, anche per andare al cinema e, ora, cosa ancora più grave, col decreto che si tratta di convertire in legge, anche ogni volta che si va a lavorare”. E ancora: “Il modello che viene così eroso e cancellato è quello delle democrazie parlamentari con i loro diritti, le loro garanzie costituzionali e al loro posto subentra un paradigma di governo, in cui in nome della biosicurezza e del controllo le libertà individuali sono destinate a subire limitazioni crescenti”. Fin qui un filosofo, ma questo è quello che dicono ormai anche molti opinionisti, molti medici, molti osservatori e anche studiosi della vicenda. Occorre affrontare, quindi, colleghi, il problema COVID con maggiore onestà intellettuale, se si vuole comprendere cosa occorre fare per tornare ad avere una vita normale. Le misure assunte sinora sembrerebbero essere tutte di per sé inidonee a contenere il virus, considerato che, a quasi due anni dall’inizio della pandemia, ancora in più occasioni si paventano nuove chiusure e nuove restrizioni. Ora, colleghi, bisogna salvare il Natale. A Torino un gruppo di intellettuali, fra cui Cacciari e Freccero, che certo non sono di Fratelli d’Italia, hanno creato un pensatoio contro il green pass, proprio per evitare nuove distopiche forme di sorveglianza. Ricolfi, che certo non è di Fratelli d’Italia, dalle colonne de La Verità, ci ricorda che se le misure funzionano, almeno nella narrazione del Governo, che senso ha tenere ancora lo stato di emergenza? Il Governo ha esteso l’obbligo del green pass, un lasciapassare che lede la libertà dei cittadini, come denuncia anche un’associazione di avvocati che ha fatto ricorso contro lo stato di emergenza, contro l’ipotesi di prosecuzione dello stato di emergenza, che devasta ulteriormente la nostra economia e che, di fatto, impone l’obbligo vaccinale per poter accedere a molte attività della nostra società.

La strada della discriminazione – colleghi – e del conflitto tra cittadini è una strada molto pericolosa, in completa controtendenza con quanto stabilito dall’Unione europea, che chiedeva proprio di evitare discriminazioni. Come ha ricordato Giorgia Meloni, è incredibile che la sinistra – che poi è la vera maggioranza di questo Governo – sia europeista solo quando da Bruxelles impongono misure di lacrime e sangue, e non lo sia quando esiste, anche a Bruxelles, un barlume di discernimento.

Vedete, colleghi, la campagna vaccinale deve proseguire, ma vanno tutelate le fasce più fragili insieme alle libertà essenziali previste dalla Costituzione. Chi non vuole fare il vaccino, per motivi medici o per scelta, deve avere la possibilità di avere di fare i tamponi gratuiti nei posti di lavoro, nella filiera della ristorazione e della cultura, altrimenti che cos’è questo se non un lockdown digitale, individuale? Tu, cittadino, puoi non farti il green pass, certo; così Big Pharma non paga le conseguenze di queste vaccinazioni e così pure il Governo e lo Stato italiano non sono responsabili. Peccato, però, che poi ti viene sottratta la vita sociale, sportiva, culturale, relazionale, nonché professionale; peccato che poi vieni additato da quegli opinionisti, da quella sorta di redazione unica che ormai vige in alcuni media, in alcune televisioni, in alcuni giornali, con una sorta di discriminazione quotidiana nei confronti di chi solo – come dice Cacciari – pensa in maniera discorde rispetto a questa impostazione di controllo totale.(…)

Tratto da: Resoconto stenografico dell’Assemblea – Seduta n. 595 di lunedì 15 novembre 2021

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