Tratto da: Profumo: «La disapplicazione effettiva può slittare»

Il sindacato, prima di scendere a qualsiasi compromesso, è innanzitutto con la base che deve fare i conti.

Beh, sarebbe anche ora!

E la base, anche se non indossa la tuta blu, non è affatto clemente quando c’è da esprimersi sulle proprie conquiste. L’ultimo rinnovo ne è la dimostrazione. Le assemblee sono state le più partecipate della storia del settore e forse anche le più travagliate: il congelamento degli scatti e la relativa riduzione della base di calcolo del tfr, così come l’aumento medio di 170 euro, o il contributo per il fondo per l’occupazione non hanno lasciato la categoria indifferente. E il contratto è stato approvato sul filo del rasoio: i sì nel 2012 non sono arrivati nemmeno al 60 per cento.

Nel 2012 ci hanno imposto un contratto che di colpo abbatteva norme ed istituti contrattuali consolidati, frutto di miglioramenti lenti e conquiste storiche con la scusa che altrimenti l’ABI l'avrebbe disdetto. Ci avevano promesso 25.000 nuove assunzioni, il rientro delle lavorazioni in azienda. La realtà: esternalizzazioni, dismissioni e nuovi esuberi. Tutta la parte “positiva” dell’accordo, quella che doveva compensare i “sacrifici” dei lavoratori, è rimasta lettera morta.

I segretari generali avrebbero potuto prendersi la responsabilità di proclamare uno sciopero, ma non lo hanno fatto. Non perché non siano saldi alla guida delle loro organizzazioni (quelli da riconfermare sono stati riconfermati tutti dagli ultimi congressi, chi in maniera plebiscitaria, come Lando Maria Sileoni della Fabi, chi un po’ meno). Ma perché la situazione è molto delicata, le espressioni di pancia sono già state recapitate in molte caselle di posta sia dei sindacalisti sia dei giornalisti.

Non hanno indetto lo sciopero per ascoltare la base? E quando mai l’hanno fatto! Nelle assemblee presentano piattaforme che vengono votate e poi in sede ABI si presenta tutt’altro. Ad un anno e mezzo dalla firma del contratto peggiore per il settore del credito solo ora i Sindacati si svegliano dal torpore che li ha colti negli ultimi 2 lustri e si accorgono del danno combinato? Si comportano da “verginelle”, si stupiscono di quanto sta accadendo e lanciano anatemi nei confronti dell’ABI? Ci avevano “invitato” ad approvare il Contratto pena la disdetta. Ecco dove ci ha portato la politica concertativa, o meglio di accettazione indiscussa dei diktat dell’ABI!!

Tutti i colleghi hanno potuto constatare la serietà e la fondatezza delle motivazioni che stavano alla base dell’opposizione frontale di quanti si sono battuti contro la firma del contratto aiuta-banchieri proposto da Sindac-ABI.

Ora gli stessi sindacalisti che ci hanno guidato in questo pantano ci vorrebbero chiamare alla lotta per difendere i nostri diritti, quegli stessi diritti che loro per primi hanno iniziato a svendere?

Peccano di credibilità!

Con questa consapevolezza, ma senza catastrofismo, spetterà ora ai lavoratori dell’intera categoria affrontare queste sfide, supportando coloro che si oppongono con fermezza a questa situazione e traendo le debite conseguenze rispetto a chi è pronto ad accettare sempre e comunque i diktat dell’ABI.

Se ci affideremo ai soliti nomi, Voi pensate che questa volta sarà diverso rispetto ad un anno e mezzo fa?

 

L'articolo de IlSole24Ore: Profumo: «La disapplicazione effettiva può slittare»

By jvb