A rimpiangere Mustier, per il momento, di sicuro non ci sono i sindacati di categoria che rimproverano al manager francese di non aver mai cercato buone relazioni sindacali ma soprattutto di aver ceduto alcuni “gioielli” del gruppo, come #Fineco e #Pioneer. Nel frattempo si preoccupano del futuro dell’istituto di credito e pure di quello di Monte dei Paschi di Siena che potrebbe essere incorporata in #Unicredit, complice l’addio di Mustier.

Articolo:

Unicredit, ecco le colpe di Mustier (secondo i sindacati)


SEGRETERIE DI COORDINAMENTO GRUPPO UNICREDIT

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

Comunicato stampa

La notizia del passo indietro dell’AD di Unicredit JP Mustier era da giorni nell’aria, il C.E.O. di Unicredit non ha mai mostrato realeattenzione al perimetro italiano del Gruppo.

In questi anni a guida Mustier il Gruppo Unicredit, grazie allo straordinario impegno dei Lavoratori, è riuscito ad affrontare una situazione di crisi molto complicata. La banca ha sì risolto il problema dei crediti deteriorati e raggiunto indici di solidità patrimoniale di valore,viceversa è innegabile il mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali  di sinergia ed efficienza previsti dal Piano.

Non convince il nuovo piano industriale T23 che prevede l’abbandono di molte zone del Paese con una significativa chiusura di sportelli, un progetto di crescita interna  dell’azienda  basato su una digitalizzazione esasperata e sempre più spesso farraginosa, ed una preoccupante e costante diminuzione dell’occupazione; Mustier ha attuato una fortissima politica di riduzione dei costi, ma con una strategia di fatto inesistente sui ricavi.

Inoltre il ventilato scorporo degli assett  esteri con una sub-Holding quotata a Francoforte, rischia di depauperare  la centralità di Unicredit come Gruppo Paneuropeo con solide basi in Italia.

È emersa pertanto una prospettiva assai carente nel medio e lungo periodo; reduci da una politica di disimpegno del Gruppo sul perimetro italiano, perseguita con la vendita dei “ gioielli di famiglia “ e con una scelta di cessioni che il Sindacato ha sempre criticato con oggettive motivazioni.

La crescita degli utili quindi poggia ancora una volta sul taglio indiscriminato dei costi, soprattutto dei costi del personale e dell’occupazione e su una linea imprenditoriale che si è allontanata dal cuore italiano dell’Azienda.

Riteniamo sia necessario che  il CDA di Unicredit indichi al più resto la strada da intraprendere per evitare che questa fase di incertezza  abbia conseguenze finanziarie ed economiche sull’intero Gruppo, con particolare attenzione ai Lavoratori e Lavoratrici del perimetro italiano.

Unicredit ha affrontato la crisi pandemica con la forza di un solido gruppo; ora auspichiamo che si focalizzi sul proprio ruolo di Gruppo a trazione italiana in ambito europeo, consolidando l’azienda nel Paese e mantenendone l’unità complessiva, perseguendo certamente la  crescita dei ricavi e delle attività di business, coniugandole nel contempo con la tenuta occupazionale e il benessere lavorativo delle lavoratrici e dei lavoratori, nel rispetto del territorio, delle famiglie e delle imprese.

Milano, 02/12/2020

SEGRETERIE DI COORDINAMENTO GRUPPO UNICREDIT

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

By aidos

One thought on “Addio di #Mustier, i Sindacati, il caso #MPS e il futuro che verrà”
  1. Vero,tutte vere le colpe de Monsieur Arrogance, però ad onore di cronaca va riconosciuto che ha tenuto il gruppo Unicredit fuori dai giochetti politici, lontano dai ricattucci della politica. C’è da chiedersi, se avesse abbracciato la fusione con MPS sarebbe ancora al suo posto ?

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